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mercoledì 28 ottobre 2020

LA RIVOLUZIONE E L'INFANZIA: DAL BAMBINO INNOCENTE AL FANCIULLO SOLDATO (Pedagogia)

L'utopia dell'uomo nuovo

Nel corso del decennio rivoluzionariola figura del bambino fu idealizzata: il bambino fu eletto a simbolo della purezza, dell'innocenza, della forza della Rivoluzione stessa. Tale idealizzazione costituì un elemento centrale della propaganda e dell'ideologia rivoluzionaria. La rigenerazione dell'uomo repubblicano non doveva essere solo morale, interiore, ma anche corporale, visibile. Nei progetti rivoluzioanri il lavoro manuale e la fatica fisica erano concepiti come mezzi efficaci per fortificare la volontà, infondendo lo spirito di sacrificio proprio del buon repubblicano. Si impongono così alla gioventù esercizi fisici, ginnici e militari.



L'assistenza all'infanzia

Analoghi cambiamenti si verificarono anche nel modo di intendere l'assistenza all'infanzia abbandonata e agli orfani. Nella prima fase della Rivoluzione per esempio, il duca di La Rochefoucauld-Liancourt  si occupò dei bambini abbandonati alla nascita nei brefotrofi.

Nel riprendere la pedagogia di Pestalozzi, La Rochefoucauld rimarcò l'importanza del legame affettivo madre-figlio. Inoltre solo l'educazione familiare poteva garantire una adeguata formazione morale.

Il 18 agosto 1792 venne promulgata una legge sull'adozione che però restò largamente disattesa , poichè poche furono le famiglie disposte ad adottare un bambino (esso veniva considerato un "figlio del peccato")



Orfani e piccoli soldati

In ogni caso, la legislazione rivoluzionaria attribuì allo Stato il compito di provvedere agli orfani e agli esposti, mettendoli sullo stesso piano dei bambini poveri con famiglia e nazionalizzando l'assistenza pubblica. Il decreto del 28 giugno 1793 definì infatti ufficialmente i trovatelli "figli naturali della patria". Questa "fratellanza laica" garantiva a tutti i bambini l'uguaglianza dei diritti.

L'infanzia, età della debolezza fisica e del non sapere, diveniva nel biennio giacobino modello di virtù morale e di coraggio militare. Il bambino simboleggiava insomma la nuova Francia rivoluzionaria, democratica e egualitaria. Si da piccoli i francesi dovevano quindi imparare a divenire cittadini-soldati. Si trattava di un progetto pedagogico utopico e totalitario. Lo scopo era quello di introdurre le masse ai valori repubblicani.

Il sistema educativo sarebbe stato improntato alla massima austerità e a controllo continuo: l'obiettivo era formare l'uomo nuovo, il vero repubblicano, l'uomo coscienzioso, dedito alla patria privo di superstizioni e moralmente integro.









 

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