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domenica 18 ottobre 2020

JOHANN HEINRICH PESTALOZZI (Pedagogia)

 Vita e opere

Johann Heinrich Pestalozzi visse nella Svizzera tedesca nel periodo compreso tra l'Illuminismo e il Romanticismo. Nato a Zurigo nel 1746, rimase orfano di padre a cinque anni e fu allevato dalla madre.

Prima di aver terminato gli studi di diritto si affiliò alla Società elvetica e al movimento dei Patrioti. Lì conobbe Anna Schutthess, che sposò e con la quale avviò la prima impresa educativa, l'impresa agricola di Neuhof nel 1769. Si trattava di un istituto per ragazzi poveri che forniva un'istruzione elementare e preparava al lavoro. Qui egli applicò principi abbastanza tradizionali dell'educazione popolare: nozioni elementari di lettura e scrittura e l'apprendimento di un mestiere.



Il romanzo Leonardo e Gertrude 

Dopo aver scritto La veglia di un solitario (1780), Pestalozzi pubblicò la sua opera più famosa, il romanzo pedagogico Leonardo e Gertrude in quattro volumi, usciti tra il 1781 e il 1785. Questo libro segue in qualche modo l'esempio dell'Emilio di Rousseau (autore al quale pestalozzi si ispirava), per questo non is tratta di un trattato di pedagogia bensì di un romanzo pedagogico.

Dopo brevi esperienze scolastiche vissute a Stans e a Burgdorf, dal 1805 al 1824 Pestalozzi si dedicò anima e corpo all'istituto di Yverdon, che costituì la sua iniziativa scolastica più riuscita.

Morì nel 1827, poco dopo la chiusura della scuola. da poco aveva completato l'ultima sua opera, Il canto del cigno.


Il ruolo centrale della madre

L'apporto più originale di Pestalozzi riguarda oltre che il metodo didattico intuitivo adottato con i suoi allievi, il ruolo educativo della madre e il valore degli affetti. Se il pedagogista zurighese ha un debito con Rousseau nella concezione dell'infanzia educata nella libertà, è però figlio del Romanticismo nell'esaltare la madre educatrice e la forza dei sentimenti.

Laddove in precedenza la dolcezza e la tenerezza delle mamme erano state svalutate in favore di un approccio rigido, distaccato, severo, tipico dell'autorità paterna, Pestalozzi invertì la scala dei valori, additando agli uomini come educativo il modello femminile.


La madre come modello di dedizione educativa

L'instaurarsi di una salda relazione con la madre, sin dai primi giorni dopo la nascita, garantiva ai bambini un punto fermo, che sarebbe rimasto tale nel tempo. Grazie all'amore materno, osservava Pestalozzi, il figlio sviluppava la certezza di poter contare su una persona sicura e fidata. Nell'introiettare questo modello di dedizione, il bambino lo assorbiva per imitazione, acquisendo in tal modo il senso morale, la capacità di donarsi e di aiutare gli altri.

Per questo motivo Pestalozzi era contrario ai brefotrofi, perchè luoghi solo di assistenza nei quali non c'era calore materno: le madri avevano bisogno di strutture apposite che le tutelassero, le accogliessero e le proteggessero durante la gravidanza e nei primi mesi dopo il parto e che poi procurassero loro un lavoro per potersi mantenere, in modo che non fossero costrette ad abbandonare i loro figli in un istituto.










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