La socializzazione
Per 'socializzazione' si intende il complesso processo attraverso il quale l'individuo diventa un essere sociale, integrandosi in un gruppo sociale o in una comunità. Tale concetto sottolinea come lo sviluppo della personalità non sia determinato univocamente né da fattori genetici né da fattori ambientali, bensì dall'interscambio dinamico e contingente tra individuo e ambiente. Attualmente, la socializzazione costituisce una delle principali tematiche delle scienze sociali, in particolare della sociologia, della psicologia e della scienza dell'educazione, che analizzano lo sviluppo dell'individuo e l'apprendimento focalizzando l'attenzione sulle dimensioni sociali e individuali dei processi di formazione della persona e di partecipazione ai vari aspetti della vita sociale.La socializzazione riflette il contesto sociale dello sviluppo dell'individuo e il rapporto dinamico tra individuo e società. In termini generali, essa può essere definita come trasformazione dell'essere biologico in un essere sociale caratterizzato da uno specifico modello culturale di percezione della realtà. La socializzazione comporta l'integrazione o l'adattamento degli individui in varie strutture e relazioni sociali, rappresentate dalla classe, dalla famiglia, dai reticoli, dalla scuola e dall'ambiente di lavoro.
In sociologia il concetto di socializzazione viene usato per indicare il trasferimento intergenerazionale di valori culturali, sistemi simbolici e norme sociali. Questa prospettiva mette in risalto la continuità dei sistemi sociali che dovrebbe essere garantita dalla socializzazione del bambino e dell'adolescente in conformità alle norme e ai valori dominanti.
Il concetto di socializzazione si basa su un assunto ambivalente: da un lato infatti esso fa riferimento all'acquisizione nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza di modelli comportamentali rappresentati dalla generazione dei genitori; dall'altra presuppone lo sviluppo dell'individuo come attore indipendente e socialmente competente di un complesso di relazioni sociali. Questa ambivalenza ha un carattere fondamentale: la "costruzione sociale della realtà" richiede la costante acquisizione pratica e teorica della realtà sociale nel processo di sviluppo dell'individuo, e nello stesso tempo l'adattamento ad un mondo preesistente di simboli, mezzi di comunicazione, istituzioni e strutture di potere e di produzione.
Come nasce il concetto di socializzazione?
Esiste una lunga tradizione di pensiero nella filosofia e nella teoria sociale secondo la quale lo sviluppo dell'individuo è condizionato dalle situazioni materiali e sociali. Thomas Hobbes, il quale metteva l'accento sul controllo sociale dell'egoismo e dei bisogni umani, e Jean-Jacques Rousseau, che propugnava invece lo sviluppo autonomo dell'individuo, esemplificano le due posizioni contrapposte. Karl Marx dal canto suo mise in luce l'interrelazione tra le condizioni storiche e sociali da un lato e la struttura della personalità dall'altro, definendo l'individuo come "un insieme di relazioni sociali".
Un primo, importante, contributo alla teoria della socializzazione fu fornito dal sociologo francese Émile Durkheim (1858-1917), secondo il quale né il controllo sociale né i bisogni individuali possono spiegare l'integrazione degli individui in una comunità caratterizzata da un elevato livello di divisione sociale del lavoro. I membri di una collettività devono interiorizzare l'agenzia di controllo sociale per poter creare i presupposti della solidarietà sociale. Durkheim conia a questo proposito il concetto di "coscienza collettiva", riferendosi ai valori e alle norme condivise e alle attitudini generali di un gruppo o di una collettività che vengono interiorizzati dai singoli membri. Il compito primario dell'educazione, che Durkheim definisce come "socialisation méthodique", è quello di inculcare nella coscienza dei singoli individui le norme e i valori che sono alla base di un sistema sociale.
Il concetto di socializzazione venne introdotto per la prima volta nella sociologia statunitense da E.A. Ross (1896) e da F.H. Giddings (1897) per indicare il processo di integrazione sociale degli individui. Affermatosi negli Stati Uniti a partire dagli anni quaranta, il concetto moderno di socializzazione venne ripreso e adattato dalla sociologia europea nell'ambito degli studi sulla famiglia, sui giovani e sull'educazione, nonché in quello della psicologia evolutiva.
L'attenzione si focalizzava principalmente sul rapporto tra classe sociale, linguaggio e rendimento scolastico. Negli anni ottanta si è verificata una tendenza alla convergenza teorica tra i vari indirizzi, esemplificata dal Neues Handbuch der Sozialisationsforschung, sebbene continuino a sussistere tipiche differenze tra le tematiche privilegiate dalle varie scuole nazionali: classe sociale, etnicità e ineguaglianza in quella americana, esclusione sociale, barriere linguistiche ed educazione in quella anglosassone, ineguaglianza educazionale e coscienza di classe in quella francese, ineguaglianza sociale ed educativa, percorso di vita individualizzato in quella tedesca. La ricerca sulla socializzazione in Germania si caratterizza inoltre per il tentativo di integrare l'approccio storico e quello sistematico in un quadro concettuale unitario.
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