Rivoluzione e istruzione
Lo scoppio, nel 1789, della Rivoluzione francese e, negli anni successivi, la condanna a morte di Luigi XVI e l'instaurazione della repubblica costituirono avvenimenti destinati ad avere conseguenze di notevole rilevanza.
In questo periodo si svolse un intenso dibattito sull'istruzione. Ad alimentare il dibattito furono gli idéologues, ovvero la generazione di uomini di cultura e scienziati successiva a quella dei philosophes (Voltaire, Diderot...).
In quegli anni si registrò un netto cambiamento del ruolo dell'istruzione, non tanto sul piano pratico, quanto in termini di analisi politica, specie tra il 1792 e il 1794, al tempo del governo di Robespierre e dei giacobini.
Nuove concezioni del cittadino e dello Stato
Sin dalle prime fasi la Rivoluzione francese introdusse non solo una nuova concezione di cittadino e di Stato, ma anche di uomo, inteso come soggetto portatore di diritti, prima ancora che di doveri. Il primo di questi diritti era quello all'istruzione e all'educazione. Fu a partire da questi princìpi che la Convenzione nazionale proclamò l'istruzione obbligatoria per tutti, anche per le donne, che erano state escluse dai progetti di riforma settecenteschi
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