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giovedì 18 febbraio 2021

LE NUOVE PROFESSIONI EDUCATIVE (Pedagogia)

Maestri e maestre

I cambiamenti che percorsero l'Italia alfabeta e scolastica tra primo e secondo Ottocento furono segnati anche da importanti trasformazioni riguardanti le figue educative impegnate nel campo dell'istruzione e dell'educazione. La principale fu rappresentata dal costituirsi della moderna figura del maestro elementare. 

Nel corso del XIX secolo si costituì progressivamente un gruppo di persone professionalmente dedicate all' insegnamento primario.

Ben presto ai maestri si affiancarono le maestre. La crescita delle insegnanti donne fu impetuosa: nell'anno scolastico 1863-1864 i maestri in servizio erano 18.443 e le maestre 15.820; nel 1875-1876 erano 23.267 maestri e 23.818 maestre, mentre nel 1901 i maestri erano appena 21.178 contro le 44.561 maestre.

Le donne si avvantaggiarono del fatto che la professione magistrale si rivelò sempre meno attraente per gli uomini per vari motivi: l'espansione dell'attività industriale, l'attrattiva delle professioni contabili e commerciali e gli stipendi poco allettanti.  Le maestre rimanevano comunque più adatte all'insegamento infantile.




Il professore di ginnastica

Una inedita figura educativa è quella dell'insgenante di ginnastica. In un primo tempo i maestri di ginnastica esercitarono la loro professione fuori dalla scuola, nelle Società di Ginnastica che si costituirono in varie parti d'Italia a partire dal 1840-1850 e poi, dal 1878, come docenti.

La diffusione dell'esercizio fisico costituisce un fattore di modernizzazione notevole dello stile di vita ottocentesco. Sono soprattutto i medici a sollecitare l'esercizio ginnico, soprattutto per quelli "rachitici"


 


  

mercoledì 17 febbraio 2021

L'EDUCAZIONE DEGLI ADULTI (Pedagogia)

Le scuole per soldati

Se si voleva rapidamente sconfiggere l'ignoranza non bastava far andare a scuola i bambini, occorreva agire anche sugli adulti. Tra Ottocento e primo Novecento si moltiplicarono le iniziative per scolarizzare quote significative di adulti analfabeti. Per fare ciò si utilizzarono diversi metodi, tra cui spiccano però le cosidette "scuole reggimentali", istituite come vere e proprie scuole per soldati.



Scuole serali e festive

Altri luoghi dell'educazione adulta furono le scuole serali e festive, che spesso erano gestite dagli stessi maestri e maestre che insegnavano al mattino ai bambini. Queste scuole erano finanziate, in genere, non dallo Stato, ma da Comuni e privati, benefattori e filantropi.



L'istruzione tecnica popolare e agraria

Non vanno inoltre sottovalutate le esigenze espresse dalle nuove forme di produzione industriale, almeno là dove queste cominciavano a prendere piede, in particolare nel triangolo piemontese-lombardo-ligure. Per quanto risultasse ancora preponderante nelle attività produttive l'esercizio della forza fisica, apparivano in molti casi necessari competenze più avanzate in campo meccanico, elettrico, chimico ecc..., alle quali si poteva accedere solo se già si disponeva del bagaglio alfabetico minimo.

Apposite scuole sostenute economicamente dagli stessi imprenditori consentirono specialmente ai più giovani di migliorare la qualità della propria vita.

Qualcosa di analogo accadde anche in campo agricolo in relazione agli sforzi compiuti per propagandare nuove pratiche di coltivazione e aumentare i rendimenti della terra, giudicata la prima ricchezza della nazione.

Numerose forme di istruzione agraria popolare furono predisposte nell'ambito dell'attività delle Cattedre ambulanti di agricoltura, spesso realizzate per iniziativa dei Comuni e sostenute anche dal Ministero dell' Agricoltura.





La Società di Mutuo Soccorso

Particolarmente attive furono, inoltre, le Società di Mutuo Soccorso, soprattutto fra gli operai e gli artigiani. Esse si costituirono a partire dalla metà del secolo sia con scopi previdenziali sia con scopi rivendicativi simili a quelli oggi esercitati dai sindacati.

Attraverso l'istruzione e la preparazione al mestiere, le Società di Mutuo Soccorso puntarono a stimolare nei ceti artigiani e operai una mentalità fondata su un rapporto stretto fra il lavoro manuale e le cognizioni tecniche e scientifiche.









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